Il Plan B Forum di Lugano tenutosi il 28 e il 29 ottobre, ci ricorda che la nuova era digitale è arrivata anche alle nostre latitudini. Un’evoluzione che si traduce in una novità di prodotto, le criptovalute, e in un progetto: la tecnologia blockchain che ne organizza gli scambi e non solo.
Queste due innovazioni, malgrado si presentino gemelle, restano tuttavia lontane parenti. Infatti, la blockchain permette di convalidare gli scambi anche in altri settori, per esempio nella proprietà intellettuale, oltre che movimentare la galassia delle 10’300 (sì, avete letto bene: 10’300) monete elettroniche che le ultime stime annunciano essere presenti nel mondo. Per adesso, ma solo per adesso. Perché caratteristica principale delle criptovalute è che la loro creazione è libera e dunque continua. Questo il minimo comune denominatore di tutte le monete artificiali, a differenza delle monete aventi corso legale, emesse ma anche garantite dagli Stati con gli introiti fiscali che a malavoglia ed inevitabilmente i cittadini sono chiamati a pagare.
Torniamo al Plan-B Forum e al suo messaggio: ricordare che nel nostro territorio ora sono presenti tre monete digitali.
Per cominciare, il LVGA, figlio legittimo dei servizi offerti dalla Lugano card.
Ad affiancarlo, due nuove arrivate: il Bitcoin e Tether, tra le più note criptovalute mondiali, e che proprio in questi anni esordiscono nel loro periodo adolescenziale, con le incertezze ma anche l’entusiasmo tipici di ogni età di mezzo. Come sempre, non facciamoci sorprendere. Avviciniamoci a queste innovazioni basandoci sulle nostre esperienze passate, presenti e soprattutto future, ricordando che comunque anticipano novità che bussano alla nostra porta. È probabilmente questo il tratto condiviso da Lugano, dagli atenei e dai centri di ricerca presenti nel nostro territorio che, insieme ai partner privati guidati da Tether, ora ispirano le novità presentate con il Plan-B.
Richiamando il titolo di un celebre film, potremmo commentare gli interventi che seguono dicendo che riguardano quello che avreste voluto sapere sul Plan-B e non avete ancora avuto occasione di leggere. E allora leggiamo i commenti di alcune persone interessate da questo argomento.
Parliamone con il Segretario comunale della Città di Lugano, Robert Bregy, ed il collega Pietro Poretti, Direttore dell’Ufficio Sviluppo Economico.
Com’è iniziata la relazione di Lugano con Tether?
“Già nel 2018”, ricorda Bregy, “il Municipio decise che la strategia della città avrebbe dovuto rivolgersi all’innovazione digitale. Questo diede avvio al Lugano Living Lab, che fra le sue iniziative segnalava proprio la blockchain. Nel 2020 poi iniziò il progetto My Lugano, che utilizza la tecnologia blockchain ed un gettone digitale di pagamento, il LVGA, che incentiva il commercio locale. Semplificando (a quei tempi il Municipio informatizzava i servizi che venivano già offerti dalla vecchia Lugano Card), senza inventare nulla di nuovo. In seguito abbiamo presentato al pubblico anche 3A Chain, la blockchain Autorevole, Affidabile, Accessibile, nata a Lugano e sviluppata in Svizzera da network di Enti istituzionali, Aziende, Università e Istituti di ricerca. Anche questa iniziativa è nata prima dell’arrivo di Tether. Infine, con un incontro del 28 ottobre 2021 al Padiglione Conza di Lugano, abbiamo presentato alla cittadinanza i nostri progetti. Invitammo anche degli esperti. Furono loro a presentarci Paolo Ardoino, che non conoscevamo. Ardoino fu sorpreso dalle iniziative organizzate dalla città di Lugano. L’incontro di quella serata al Conza avviò le discussioni che poi hanno portato alla conferenza Plan-B del marzo di quest’anno e tutto quello che ne è seguito”.
Quali le competenze dei partner di Plan-B?
“L’attuazione del Plan B”, prosegue Bregy, “si articola su due differenti linee di sviluppo. Per quanto riguarda Lugano, il Plan-B consente alla città di incassare importi con valute digitali e di convertirli subito in franchi svizzeri. Lugano non intende creare una tesoreria in criptovalute, né speculare sui cambi. Inoltre, non intendiamo discriminare chi vuole pagare in franchi. Invece con le cripto intendiamo offrire ai cittadini una modalità alternativa di pagamento, come già accade a chi paga i servizi comunali con carta di credito. Con il Plan B la città apre anche all’economia privata la possibilità di interessarsi ai nuovi sistemi di pagamento. Queste innovazioni ora sono all’esame dei 300 partner commerciali del circuito MyLugano,che quindi già conoscono i pagamenti in criptovaluta accettando LVGA. Con il Plan-B d’ora in poi questi operatori saranno liberi di ricevere bitcoin, Tether o le altre valute che dovessero arrivare. Parallelamente a queste nostre attività, sottoscrivendo Plan-B il partner privato Tether ha avviato uno scouting tecnologico, selezionato i prodotti e finanziato i dispositivi elettronici da consegnare ai negozi che decidono di servirsene. Per clienti e commercianti, la transazione prevede costi concorrenziali alle tariffe applicate dalle carte di credito. Poi chi incassa criptovalute può cambiarle in franchi, esattamente come fanno i servizi comunali, oppure scegliere di tenersele. Chiarita questa distinzione di competenze fra il partner pubblico ed i privati del Plan-B, sottolineo le tematiche legate all’ innovazione, che ci vedranno impegnati a fornire alle nostre giovani ed ai nostri giovani quelle potenzialità digitali ancora assenti nel nostro territorio, ma richiestissime dal mercato blockchain. Aggiornare le competenze informatiche, più che in passato, ora è una necessità anche per i servizi dell’amministrazione comunale. Sino a tre anni fa nessuno dei nostri servizi utilizzava questo tipo di tecnologia; nel frattempo abbiamo avuto un’occasione preziosa per creare competenze anche all’interno dell’amministrazione. “Il Plan B”, aggiunge Pietro Poretti, “non prevede alcun obbligo, per il commercianti, di accettare pagamenti in criptovalute; si tratta di una scelta individuale. Inoltre, il franco svizzero rimane la sola unità monetaria di riferimento della tesoreria della Città. Ci rendiamo conto di vivere un periodo strategico ed avvertiamo la necessità di acquisire quelle competenze digitali che è meglio imparare oggi che subire in futuro. Questo vale per l’Amministrazione come per i commercianti e anche per i consumatori”.
I servizi del Comune sono condizionati dall’uso di criptovalute?
“No: chi paga in franchi può continuare a farlo” risponde Bregy. “Continueremo ad accettare pagamenti in franchi, specie a favore di coloro che non sono nativi digitali”.
Che rapporti avete con i partner di 3A Chain e Lugano Living Lab?
“Il nostro contatto è continuo”, prosegue Bregy. “Ai partner di 3A Chain mettiamo a disposizione un’infrastruttura digitale sicura e gratuita. Notiamo che le moderne tecnologie aprono nuove possibilità a chi ha già un impiego, ma anche a chi deve riqualificarsi per non perderlo o deve cercarne un altro. Le iniziative del Municipio seguono la traccia decisa dalla città di Lugano per il periodo 2018-2028, che individuava proprio nella blockchain ed il lifestyletech due precisi settori con alto potenziale di crescita”.
Lugano si è mai trovata coinvolta nelle vicende giudiziarie che riguardano Tether?
“No: quando abbiamo sottoscritto il protocollo di intesa, il Memorandum of Undestanding-MoU, il gruppo Tether ci ha informati con la massima trasparenza delle sue questioni giudiziarie”, osserva Bregy. “Tether è uno dei giganti del settore digitale. Ha un’enorme capitalizzazione di mercato. Ma sappiamo che è anche discussa per una serie di vertenze, che restiamo liberi di valutare”.
Chi informerà la popolazione sull’uso delle monete digitali: Tether, oppure il Comune di Lugano?
“Alla città spetta di aggiornare le competenze della popolazione sull’uso delle monete digitali, la cosiddetta alfabetizzazione”, ricorda Bregy. “Lugano già propone dei momenti educativi legati alle nuove tecnologie, per esempio con le attività di Lugano Living Lab. Inoltre ai cittadini che lo chiedono, per bisogno o personale scelta di sostenibilità, la Città mette a disposizione computer rigenerati e perfettamente funzionanti. Offriamo anche assistenza digitale ai cittadini sprovvisti di competenze informatiche. Ad esempio, li aiutiamo a preparare un Curriculum Vitae, oppure ad attivare un indirizzo email. Anche in tema di criptovalute proporremo occasioni di alfabetizzazione digitale. Nell’ambito del Plan-B, l’obiettivo di Lugano resta quello di aprire nuove opportunità di lavoro alle nostre ed ai nostri giovani e di portare benefici alle attività locali; non di convertire la popolazione ad usare le criptovalute”.
“Per quanto riguarda la Divisione Sviluppo Economico di Lugano”, aggiunge Poretti, “diverse aziende sono già arrivate a Lugano e altre hanno manifestato la loro intenzione di avviare le attività da noi. Con loro manteniamo un dialogo per l’adempimento di tutte le necessarie pratiche amministrative. Da qualche tempo i nostri uffici stanno conoscendo una quantità di contatti mai riscontrata prima”.
Ma come stanno reagendo i commercianti alle novità digitali?
“La Via Nassa di Lugano vuole distinguersi come la prima al mondo che accetta le criptovalute ed in tal modo rinnovare la sua vocazione ad un mercato di alta gamma”, esordisce Roberto Mazzantini, Presidente dell’Associazione dei Commercianti di Via Nassa, il Luxury District della città sul Ceresio. “La riconversione al digitale da noi è appena iniziata. I piccoli commercianti ne hanno già compreso l’importanza. I responsabili delle multinazionali del lusso invece devono trasmettere le loro richieste alle direzioni generali, alle quali come sempre viene affidata la responsabilità delle decisioni strategiche. Per ora posso solo anticipare che un importante marchio internazionale sta valutando di convertirsi all’utilizzo delle monete digitali. La risposta è attesa nei prossimi mesi; ma, se positiva, è facile prevedere che gli altri operatori si adegueranno molto velocemente. L’apertura all’uso di monete digitali consolida l’attrattività dei commerci nel nostro territorio, attirando nuova clientela e, soprattutto, ricorda che a Lugano i clienti possono disporre di un’esperienza commerciale completa che, oltre ai negozi, include ristoranti, alberghi e quant’altro. Le criptovalute facilitano gli acquisti anche da un punto di vista psicologico: é più semplice pagare un prodotto con pochi centesimi di bitcoin, piuttosto che con centinaia di franchi. Al momento, la nostra associazione ha avviato con i commercianti un dialogo che è ancora alle prime battute. Li abbiamo informati che è a disposizione un dispositivo elettronico, un pos, che accetta le criptovalute e le converte subito in franchi svizzeri. Personalmente resto fiducioso. Quella digitale è un’evoluzione che richiede tempo e che ora si trova a dover, comprensibilmente, superare una temporanea diffidenza aumentata dalle incertezze di questi ultimi mesi”.
A queste osservazioni si aggiunge l’esperienza di Lorenza Sommaruga, presidente dell’Associazione Club del Centro e gerente di un negozio che già accetta pagamenti in moneta digitale.
“Fare pagamenti in criptovalute è facile. Il Municipio ci ha messo a disposizione un dispositivo elettronico”, osserva Lorenza Sommaruga. “L’uso è molto semplice. Le transazioni sono gratuite per i primi tre mesi. Poi ci sarà una piccola commissione, ma che comunque resta competitiva su quella applicata dalle carte di credito. Sono soddisfatta perché ho già incassato vendite fatte con criptovalute. Sin dall’inizio, ho chiesto che per ogni transazione mi sia immediatamente accreditato il controvalore. Non ho tempo e neppure interesse a speculare sui corsi delle criptovalute. Alcuni miei colleghi lo fanno, ma per loro libera scelta”.
Grazie al pagamento in criptovalute la sua clientela è aumentata?
“Noto che c’è molto interesse. Ad esempio, recentemente in negozio sono arrivati dei nuovi clienti. Erano giovani che abitano nel nostro territorio, incuriositi dal fatto che da me è possibile acquistare con criptovalute. Uno di loro si è scusato di poter pagare con una criptovaluta che al momento non sono ancora attrezzata a ricevere. L’ho ringraziato della fiducia e, per aiutarlo, gli ho proposto un piccolo sconto sull’oggetto che voleva acquistare e che infine ha pagato con carta di credito. Per il momento il dispositivo elettronico che ho ricevuto accetta solo LVGA, Bitcoin e Tether. Per le carte di credito ne abbiamo un altro. In questi periodi di forti incertezze, mi auguro che queste iniziative possano aiutare i commerci del nostro territorio”.
Fonte: Il Mattino della Domenica